Uno studio cinese pubblicato sul Journal of agricultural and food chemistry conferma le proprietà antiossidanti dello xantumolo, un polifenolo presente nel luppolo, l’ingrediente che dà il sapore amaro alla bionda bevanda e bilancia la dolcezza del malto. Dopo le numerose ricerche sul vino, ora una pinta di birra può aiutarci ad allontanare i rischi di terribili patologie come morbo di Parkinson o Alzheimer? Forse. Ma non esageriamo. Quello che sembra uscire da uno studio firmato dalle cinesi Lanzhou University e National science foundation della provincia di Gansou e pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry è piuttosto aver individuato nello xantumolo, un polifenolo presente nelle ghiandole resinose della pianta del luppolo – uno degli ingredienti fondamentali della birra – una chiave dalle proprietà antiossidanti e antitumorali. Le malattie neurodegenerative sopraggiungono, come noto, anche a causa di danni ossidativi delle cellule neuronali. Ecco perché tentare di proteggerle può servire a rallentare e ostacolare l’insorgenza di tali patologie. Il luppolo, controparte amara dei malti, è un ingrediente essenziale dell’amatissima bevanda e uno dei suoi elementi (insieme a oli essenziali, α-acidi come luppolina, umulone e lupulone e altri polifenoli oltre lo xantumolo) può dunque dare una mano a proteggere il cervello e lottare contro le malattie neurodegenerative. Proprietà terapeutiche in parte già note ma che indagini come quella cinese sembrano dunque confermare. L’équipe, guidata da Jianguo Fang dello State Key laboratory of applied organic chemistry, ha individuato anche poteri antiossidanti per la salute cardiovascolare. Il composto ricavato dallo xantumolo è stato testato su cellule cerebrali umane, scoprendo così che potrebbe proteggere i neuroni e potenzialmente aiutare a rallentare lo sviluppo di malattie neurologiche. Già in precedenza un’altra indagine, proveniente dalla giapponese Sapporo Medical University, aveva evidenziato i benefici di un moderato consumo ma non rispetto alle patologie neurodegenerative quanto a quelle stagionali. In quel caso era stato infatti individuato un altro componente, l’umulone, come elemento difensivo.
Ma che cos’è esattamente lo xantumolo? Si tratta di una molecola appartenente alla famiglia dei flavonoidi prenilati della quale fa curiosamente parte anche il resveratrolo, contenuto nel vino rosso ma che secondo uno studio dello scorso anno firmato dalla Johns Hopkins University anche su volontari italiani non avrebbe invece le proprietà antitumorali che per anni gli sono state attribuite. In ogni caso, lo xantumolo è ovviamente presente in maggiore quantità nelle birre a più alto contenuto di luppolo, dunque amare e schiumose. “I risultati dello studio – si legge nell’abstract –dimostrano che lo xantumolo è una molecola in grado di attivare il fattore di trascrizione Nrf2 nelle cellule neuronali e suggeriscono che può essere un candidato potenziale nella prevenzione delle malattie neurodegenerative”.